mercoledì 18 marzo 2009

Anche quest'anno mercatino delle pulci...


Intervistato oggi dalla stampa, Adriano Galliani si è espresso in merito alla questione relativa al calciomercato della prossima, imminente, estate, affermando che i tifosi rossoneri non devono aspettarsi un mercato altisonante, per non rimanere delusi, in quanto “ci sarà un mercato esilissimo, esangue, con molti scambi di giocatori, ma pochissimo movimento di denaro, ad eccezione di qualche squadra europea”. Ovviamente, tra queste eccezioni, non ci sarà il Milan. Ma come? Non era la società più vincente del mondo in campo estero? Quella capace, nell’era di Berlusconi, di vincere e rivincere tutto quello che conta? Non era quella che, come ha dichiarato Galliani due domeniche fa, permette al calcio italiano di poter avere 4 squadre rappresentanti in Champions, viste le recenti vittorie che ne hanno “gonfiato” a dismisura il ranking? Sì, era quella società. Probabilmente, però, per qualche anno almeno, non potrà più esserlo. Chissà come la prenderà Kaka, che a gennaio ha rifiutato l’offerta faraonica del Manchester City, perché sicuro che i suoi obiettivi coincidessero per sempre con quelli della società rossonera. Chissà se il brasiliano riuscirà anche quest’estate a resistere all’assalto del Real Madrid, che in estate sarà puntuale come il caldo umido, visto che non è più così veritiera l’equazione Milan=vittorie. Ma quello che probabilmente renderà ancora più incazzati neri i tifosi del diavolo, è che le parole di Galliani sono forse arrivate con qualche anno di ritardo, visto che quella 2009 non sarà di certo la prima estate in cui il Milan si presenterà sul mercato alla ricerca dell’usato garantito, senza spendere milioni e soprattutto senza migliorare (leggi ringiovanire) la sua rosa. Partendo dall’estate 2006, infatti, si può benissimo capire come il mercato del Milan abbia cambiato da qualche anno la sua linea d’azione. Quell’anno, i rossoneri hanno visto andar via, per svariati motivi, giocatori del calibro di Rui Costa, Shevchenko e Stam, gente che ha scritto la storia recente del club rossonero, contribuendo in modo decisivo ai numerosi successi del triennio 2003-2005. I sostituti? Bonera, Favalli, Gourcuff e il flop massimo Ricardo Oliveira, costato intorno ai venti milioni di euro. Di certo non giocatori all’altezza di quelli che avevano lasciato San Siro. A gennaio arriva Ronaldo, con tutto il suo talento e la sua massa, ma il Milan, trascinato da un Kaka incredibile, riesce comunque a vincere Champions, Supercoppa Europea e Mondiale per Club. Anche l’estate 2007 è per il Milan avara di colpi di mercato, ma un calciomercato che vede arrivare a San Siro soltanto Emerson (dopo Vieri, il secondo giocatore rottamato dai rossoneri, con gli stessi pessimi risultati) è giustificato dalla società con la grande vittoria della Champions nella finale di Atene. Peccato però che tutti sono ormai consapevoli che il Milan sia una squadra anziana, senza più quella continuità e quella freschezza che portano una grande squadra a vincere campionati e coppe. Tutti tranne la dirigenza rossonera, che insiste sulle sue posizioni, affermando che è improponibile criticare i “supercampioni del mondo”. A gennaio arrivano Zambrotta ed il talentuosissimo Pato, che per una questione di età non aveva potuto vestire la maglia rossonera da settembre. L’uscita dalla Champions agli ottavi (contro un giovanissimo Arsenal, guarda un po’…) e la clamorosa mancata qualificazione alla massima competizione europea per la stagione successiva sembrano sancire la definitiva svolta per il Milan. Tutti i giornali parlano di uno svecchiamento imminente, con l’arrivo di giovani di talento e campioni affermati (non a fine carriera, che è diverso…), e invece il calciomercato 2008, quello che avrebbe dovuto riportare il Milan ad essere la corazzata capace di stravincere in Europa, vede arrivare un inguardabile Shevchenko, il lentissimo Senderos (uno che non aveva il posto da titolare garantito all’Arsenal), lo svincolato Flamini e la stella Ronaldinho. Una stella cadente però, che, dopo un buon inizio di campionato, si spegne piano piano. E’ chiaro che il Milan ci tiene maggiormente a vendere magliette piuttosto che a vincere i trofei, ma il colmo lo raggiunge a gennaio, quando s’inventa un escamotage per far giungere a Milano per qualche mese il calciatore che in assoluto ha più appeal con gli sponsor: David Beckham. Il bello è che, visti gli infortuni di lusso (su tutti Gattuso, Borriello e l’ormai ex calciatore Alessandro Nesta), l’inglese risulta uno dei giocatori più importanti della compagine rossonera, proiettata verso il terzo posto, che vale la prossima Champions.

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